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I delitti dei Beati Padri di Mazzarino è la rielaborazione in chiave millenaristico-medioevale di un processo che fece epoca negli anni '50 e '60: quello ai frati di Mazzarino, accusati di collusione con la mafia in reati che andavano dall'associazione a delinquere alla detenzione e porto abusivo d'armi, dalle estorsioni plurime aggravate alle violenze private, fino all'omicidio consumato o tentato. Che qualcosa di torbido stesse accadendo nel convento di Mazzarino lo comprese per primo il padre provinciale dell'ordine quando, durante una visita pastorale nell'aprile del 1957, venne avvicinato da due confratelli che con circospezione gli sussurrarono che qualcuno lo voleva morto. Non c'era che una soluzione per salvarsi la pelle: pagare, e farlo subito senza denunciare alla polizia. Non era che l'inizio. Chiave di lettura multipla, uso al fulmicotone del tempo reale e del flash back, intrusioni medioevali apocalittiche fanno del romanzo un'opera che sa fondere il fascino dell'ambientazione locale con quello del romanzo d'appendice.